Che possibilità ci sono di sopravvivere a un attacco atomico?

Chi non ha vissuto il periodo della Guerra Fredda non può immaginare quanto fosse realistica e presente la minaccia di un attacco nucleare. La paure che i sovietici invadessero l’Europa orientale e la Germania era assillante, come quella dei Russi che temevano un attacco a sorpresa americano a base di bombardieri strategici e armi non convenzionali.

Nonostante i trattati di non proliferazione e la fine dei blocchi contrapposti, la minaccia di una guerra nucleare è sempre presente, fintanto che ci sono in giro numerosi ordigni. Nessuno può garantire sulle buone intenzioni di tutti, anche se si fa spesso ricorso ad armi convenzionali, la deterrenza atomica rimane sempre un grande argomento di pressione nei rapporti internazionali. Ma se domani ci fosse un bombardamento atomico su uno qualsiasi dei paesi della NATO (ad esempio l’Italia, che ospita non meno di 50 bombe atomiche dell’Alleanza) quante possibilità ha una persona comune di sopravvivere?

Negli Stati Uniti, a cavallo tra la fine della seconda guerra mondiale e la guerra di Corea, uscirono numerose pubblicazioni sugli effetti delle bombe atomiche, in particolare sulle radiazioni, grazie anche ai dati raccolti dai numerosi test atomici effettuati in USA e nel Pacifico. Negli anni seguenti, con l’aumentare della tensione con l’Unione Sovietica si diffuse l’uso di organizzare il seminterrato alla stregua di un rifugio atomico, con derrate alimentari, acqua, posti letto e una certa protezione. L’apice della paranoia ci fu nel momento della crisi dei missili di Cuba, una paura ben rappresentata dal film per la TV The Day After, tra i più grandi successi televisivi di sempre in America.

nukeInnanzitutto bisogna chiarire dei concetti. Non è vero che le bombe atomiche polverizzano tutto. Dipende dall’onda d’urto di pressione creata dall’esplosione. E non è vero che le radiazioni sono sempre mortali, dipende dal livello di esposizione, che può essere esacerbato dal vento e da una successiva pioggia, per esempio. Il danno maggior lo creano l’onda di calore e l’onda di pressione, generate dall’esplosione della materia atomica appena liberata. Ricordiamo che in natura nulla si distrugge e tutto si trasforma, per cui l’esplosione di tutto quel materiale atomico liberato deve dar luogo a un rilascio di energia molto elevato: in onde sonore (il frastuono), in calore (l’enorme palla di fuoco) e moto apparente (onde d’urto) dovuto alla forte pressione. La radiazione si forma per il decadimento delle sostanze radioattive. E’ la forza dell’esplosione a creare danni, per cui se ci si trova nel cono di pressione generato dalla bomba le possibilità di sopravvivere, anche in un bunker, sono praticamente pari a zero, perché l’onda d’urto spazza via tutto compreso un bunker sottostante. Si genera un cratere. Ma se si sta fuori da questo cono, a una ragionevole distanza, quest’ondata si affievolisce, colpendo comunque le strutture. I danni alle persone possono esserci se stanno vicini ai vetri e se sono esposti alle radiazioni (ma dipende anche dal vento).

Se si è all’interno di un edificio è meglio non uscire, chiudere tutto se possibile e rimanere in attesa dei soccorsi, evitando di bere acqua dai rubinetti, di mangiare cibo proveniente dall’esterno. Le chance di sopravvivere all’esplosione sono elevate se si è sopravvissuti al grande boom sonico e di calore, gestendo senza panico il “dopo” ci sono buone possibilità di sopravvivere. A patto di essere a una distanza accettabile dal ground zero, l’epicentro dell’esplosione.

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