Nella sfida per prevedere i terremoti spesso si parla del comportamento degli animali. Nel febbraio 1974 le autorità governative cinesi organizzarono l’evacuazione di quasi un milione di persone dalla città industriale di Haiching. Pochi giorni dopo e precisamente il 4 febbraio, la città fu colpita da un violento terremoto, la cui intensità raggiunse il valore di 7,3 della scala Richter. Migliaia di vite umane poterono essere così salvate. L’avvertimento dell’approssimarsi del terremoto era stato dato dal governo cinese mediante volantini distribuiti alla popolazione della città. In essi le autorità preposte alla sorveglianza dei terremoti avvertivano dell’imminenza di un movimento sismico sulla base dell’insolito comportamento degli animali. I serpenti uscivano dai loro rifugi sotterranei e venivano congelati dal freddo invernale, i panda dello zoo eseguivano danze alquanto curiose, le galline si rifugiavano sugli alberi e i maiali riuscivano a rompere i propri recinti per fuggire. Il dottor Raleigh dello US Geologica Survey di Menlo Park, in California, annunci in seguito che senza dubbio il comportamento degli animali aveva influenzato le loro previsioni. Non si sa perché gli animali siano sensibili all’attività sismica, ma la loro utilità nella previsione dei terremoti è confermata dalla storia. Per esempio, i membri del Namezu No Kai (circolo del pesce gatto giapponese) hanno già predetto con successo i terremoti osservando l’insolito comportamenti di questi pesci, famosi per essere delle specialità culinarie particolarmente estreme, prima di un sisma.
Ispirandosi all’esempio giapponese, uno studioso americano, ha provato a dare sostanza alla teoria. Lo studioso fece passar una corrente elettrica attraverso una vasca d’acqua nella quale nuotavano dei pesci gatto. I pesci entrarono in uno stato di agitazione reagendo violentemente al rumore e alle vibrazioni, per cui si poté concludere che essi potevano percepire i più deboli cambiamenti del campo elettrico terrestre che si verificano prima di un terremoto. Nel dicembre del 1976 lungo la faglia di San Andreas, in California, vennero sistemate delle piccole statole refrigerate contenenti un certo numero di scarafaggi. Ogni scatola aveva dei sensori applicati sul fondo, in modo da registrare tutti i movimenti fatti dagli scarafaggi. Analogamente ai pesci, questi insetti dimostrarono uno strano comportamento all’avvicinarsi di un evento sismico. Gli scienziati russi hanno considerato questa possibilità molto seriamente e hanno disposto centri di avvertimento dotati di animali nelle varie zone sismiche del paese. Si è notato che le formiche prendono le loro uova e abbandonano i nidi, dando vita a una migrazione in massa. Capre e antilopi rifiutano di entrare negli ovili coperti e i fagiani urlano come se stessero dando un allarme. Secondo gli studiosi questi non potevano essere casi considerati. Ma altri studiosi oggi diffidando dall’offrire una visione sensazionalistica di questi fenomeni, consci del fatto che la strada per prevedere i terremoti è ancora lunga. Si sa sempre dove colpiranno, ma mai quando.