Chi ha interesse a negare il riscaldamento globale

A favore del riscaldamento globale non c’è solo la stragrande maggioranza della comunità scientifica (nelle pubblicazioni con verifiche incrociate si raggiunge un consenso pari al 97%), ma anche gran parte della comunità. Eppure ci sono ancora partiti politici che negano che sulla Terra vi siano cambiamenti climatici in atto, causati dall’azione dell’uomo.

Uno dei motivi che sta alla base della negazione di un fenomeno scientifico osservato, misurato e comprovato, è dovuto al fatto che viviamo in un’epoca di crescita economica, ancorata al picco del consumo degli idrocarburi. Nonostante le donazioni sia maggiori verso il Partito Democratico, da parte dei petrolieri, è certo che la difesa dei loro interessi inizia con le posizioni del Partito Repubblicano, tradizionalmente più forte nelle regioni dove il petrolio viene estratto.

Parliamo degli Stati Uniti d’America perché è lì che si gioca la partita. Se gli USA stracciano i protocolli sul controllo delle emissioni, la loro riduzione e il passaggio a un’economia alternativa ecosostenibile le condizioni del pianeta potrebbero solo peggiorare. I fatti però sono innegabili: il livello dei mari e le temperature globali stanno aumentando, assistiamo a fenomeni atmosferici particolarmente cruenti.

I ghiacciai sono al livello di guardia, basta fare un semplice raffronto con delle fotografie di 100 anni fa, ovunque sulle Alpi, per capire la portate del fenomeno. I livelli di anidride carbonica nell’atmosfera hanno raggiunto un picco dovuto esclusivamente alle immissioni provocate dall’uomo a partire dalla prima rivoluzione industriale. Il calo di questi anni, che ha fatto parzialmente rientrare l’allarme sul buco dell’ozono, è segno del fatto che l’attività di riscaldamento è prettamente umana e che quindi qualcosa possiamo fare per diminuire l’allarme.

Perché allora alcuni negano? Perché oltre a ricevere il finanziamento dai petrolieri, ma non è una discriminante esaustiva, lo si fa per motivi economici. Ad esempio, dietro al rilancio della “vecchia energia” voluto da Trump non c’è per forza un negazionismo, anche se è stato espresso seppure con le solite formule vaghe e sostanzialmente prive di buon senso, ma anche perché negli USA gran parte del sottosuolo è inesplorato. Ci sono ancora risorse in Nord America che possono essere sfruttato, ma man che migliorano le tecniche di estrazione. E questo, in un periodo di depressione economica, può essere un fattore determinante per rilanciare l’economia e naturalmente avere un dato positivo nella propria presidenza.

Il problema del riscaldamento globale riguarda la necessità di assumerci oggi delle responsabilità per il futuro. Anche se molti scienziati ritengono che i nati in questa generazione avvertiranno molto più chiaramente gli effetti dannosi del riscaldamento. Mettendo in pericolo non tanto il pianeta, quanto il concetto di abitabilità per l’uomo. Scatenando conflitti per le risorse che metteranno a repentaglio la nostra specie.

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