Perché parliamo di primo, secondo e terzo mondo

Nel mondo attuale ha ancora senso parlare di Primo Mondo e Terzo Mondo? E qual è il Secondo Mondo che spesso non viene mai nominato. In realtà la definizione viene da lontano e veniva usata nella pubblicistica e nei media ad indicare tutti quei paesi poveri, che stavano sotto una determinata soglia di benessere.

Problemi di mal nutrizione, malattie, governi dittatoriali. Un po’ il ritratto dell’Africa fino agli Novanta. Oggi molti dei paesi del cosiddetto Terzo Mondo appartengono al gruppo dei Paesi in Via di Sviluppo. Cioè paesi che nel frattempo ha innestato la marcia della crescita economica e i cui abitanti stanno raggiungendo livelli di sussistenza accettabili e iniziando a entrare nelle logiche del mercato globale.

Paesi del Primo Mondo

La differenziazione comunque risale al periodo della Guerra Fredda. I paesi del primo mondo erano infatti considerati, o si consideravano tali, quelli appartenenti al cosiddetto “mondo libero” o “blocco occidentale” legato agli Stati Uniti e all’Europa, che comprendeva anche l’Italia.

Oggi questo blocco viene chiamato Occidente e comprende l’Unione Europea, sicuramente quella molto avanzata a tradizione democratica, gli Stati Uniti e il Canada e per estensione (anche se non geografica) l’Australia, la Nuova Zelanda, il Giappone e da ultimo anche la Corea del Sud dato che condividono valori e alleanze militari.

In qualche modo legati all’Occidente sono paesi “battitori liberi” come Israele e Turchia, due paesi avanzati.

Il blocco occidentale viene definito tale non solo per una connotazione geografica (i paesi ad Ovest della vecchia zona di influenza sovietica o nella parte occidentale dell’Europa) ma anche perché ad essere Occidentale era la cultura greco-romana che l’ha permeato (il cosiddetto Impero Romano d’Occidente dove si parlava latino) e occidentali erano i primi grandi stati nazionali creati in Europa. Va detto che la religione cristiana nasce in Oriente e si diffonde per prima nell’Impero Romano d’Oriente (o bizantino, dove si parlava greco).

Paesi del Secondo Mondo

Nel secondo mondo erano ricompresi i paesi del blocco orientale, cioè quelli a guida sovietica, con repubbliche popolari socialiste. L’URSS aveva il controllo politico e militare di paesi che oggi sono entrati nell’Unione Europea, tra cui le repubbliche baltiche. Gran parte delle frizioni esistenti oggi tra Russia e Occidente dipendono proprio dalla vocazione russa a voler giocare un ruolo nei suoi confini occidentali, considerandoli ancora una zona di influenza, nonostante i popoli delle rivoluzioni del 1989 si sentissero soggiogati dall’URSS.

Oggi, l’espressione paesi in via di sviluppo viene usata anche per stati che non erano compresi nelle vecchie definizioni, come ad esempio Cina e India, le due nazioni più popolose del mondo.

L’indice di sviluppo umano

L’ONU usa una misura, l’indice di sviluppo umano, per cercare di misurare lo standard di vita in un paese e le possibilità che hanno i suoi cittadini di vivere meglio, più a lungo, avendo accesso alle risorse.

La Russia viene considerato un paese economicamente avanzato, ma ha reddito pro-capite nettamente inferiore ai paesi occidentali.

La Cina è un paese economicamente molto avanzato, con differenze concrete tra province costiere e interno.

In questo novero rientrano grandi realtà asiatiche come il Pakistan, l’Indonesia, il Vietnam, le tigri asiatiche (Malaysia, Singapore, Thailandia) e alcuni paesi arabi. In Africa stati come Egitto e Sud Africa ambiscono a migliorare il loro tenore di vita, lo è senz’altro il Marocco. Ma anche e soprattutto paesi come Argentina, Cile e Brasile e in qualche modo anche il Messico.

Nel mondo comunque permangono paesi che spregiativamente vengono considerati terzo mondo, e che fanno ancora fatica ad emergere.

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